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Green Up Gennaio 2015

Ogni anno in Europa ci sono 321 mila infezioni causate dalla contaminazione del cibo con gli escrementi di topo. Un topo, in un anno, mangia 27 chili di cibo che ruba agli uomini, ed è portatore sano di 35 malattie tra cui alcune letali. Per affilare i denti, come gli impone la sua natura di roditore, predilige i cavi elettrici: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che metà degli incendi sviluppatisi nelle proprietà agricole in Gran Bretagna siano stati causati dai topi, che hanno roso cavi causando danni per 240 milioni, mentre negli USA ogni anno sono calcolati non meno di 1,5 miliardi di dollari di danni causati da incendi, con 6500 morti in circa 10 anni. Gli USA perdono inoltre 15 miliardi di dollari all’anno in agricoltura per alimenti mangiati dai topi, 19 miliardi invece in beni di vario genere, dai libri ai mobili.

 

 

Pur esistendo in natura sostanze repellenti, come le radici di cipresso (ecco perché li troviamo spesso nei cimiteri) o l’urina di coyote (che però ha un odore terribile anche per gli esseri umani), ci si rivolge generalmente ai topicidi. Il problema è che sono molto inquinanti: ogni anno finiscono nel terreno e nelle falde acquifere 300 mila tonnellate di queste sostanze, che contengono veleni come il cianuro. E che non risolvono il problema, perché i topi sono organizzati

in comunità e apprendono dagli errori: se uno di loro muore perché ha mangiato un’esca velenosa, gli altri non le si avvicinano più. Inoltre stanno diventando resistenti ad alcune formule e trasmettono la resistenza alle generazioni successive: in Inghilterra siamo arrivati al paradosso che alcune specie, grandi e aggressive, si cibano di esche. Ma soprattutto, ogni perdita di un membro porta a un nuovo ciclo di riproduzione: e così, se negli anni Cinquanta il rapporto

uomo/topo era uno a due, oggi siamo arrivati a uno a dodici: una situazione allarmante. Inoltre, i topicidi in commercio oggi, al sapore di nocciola, cioccolato o ragù, hanno anche gravi risvolti negativi. Il primo è che un topo avvelenato impiega qualche giorno a morire, e quasi certamente diverrà preda di altri animali, che moriranno avvelenati a loro volta. Il secondo problema è che anche gli animali domestici sono attratti dalle esche, e così ogni anno, negli Stati Uniti, abbiamo 150 mila cani e gatti morti. Ma soprattutto, le esche attraggono i bambini. Ogni anno in Italia ne finiscono al pronto soccorso 1500; negli USA 58 mila. E l’anno scorso ne sono morti 17.

“Salvarne anche uno solo”, ha detto Carla Delfino, intervistata da Elle “giustifica il mio lavoro”. Imprenditrice siciliana, 54 anni, si è messa tre anni fa a studiare i topi e un modo per arginarne la diffusione. “L’obiettivo non è eliminarli completamente: al mondo ci sono molte specie animali che si cibano di questi piccoli roditori, e ne dobbiamo tutelare la sopravvivenza”, ha spiegato, “però bisogna bloccare il fenomeno della riproduzione selvaggia, riequilibrare il rapporto fra uomini e i topi”. Così è nato ScappaTopo®, un repellente completamente naturale, a base di olii essenziali, senza effetti collaterali per uomini o animali, che attacca, senza ucciderli in modo virtuale, tutti i sensi dei topi e li obbliga ad allontanarsi tenendoli lontani dalla zona trattata. Il profumo, per noi gradevole, attiva nei topi la reazione istintiva di repellenza, obbligandoli ad allontanarsi.

La sua efficacia è stata testata dalle Università di Roma e di Napoli. A differenza dei topicidi, non crea resistenza, quindi può essere utilizzato anche per lungo tempo. Rispetta l’ambiente e rappresenta una valida alternativa “verde” all’uso di topicidi, più pericolosi ed inquinanti. In pratica, innalza una bio-barriera invisibile a protezione della casa o degli ambienti di lavoro. (www.scappatopo.it)

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