I ricercatori dell’Università di Uppsala, in Svezia, hanno dimostrato che i Vichinghi giungendo tra l’VIII e il X secolo d.C nella Gran Bretagna settentrionale, per fondare nuove colonie, hanno portato con sè un altro esercito invasore,
altrettanto poco gradito, che probabilmente si nascondeva a bordo delle loro navi: i topi.Il topo domestico, commensale dell’uomo, sin dal circa 8.000 a.C., ha vissuto in stretta vicinanza con l’uomo, diventato agricoltore e produttore di cereali, cibo tanto nutriente e gradito ai roditori. Lo studio genetico pubblicato sulla rivista BMC Evolutionary Biology, evidenzia che la diffusione del topo domestico in Europa nel corso degli ultimi millenni, ricalca quelle dell’espansione vichinga. Secondo Eleanor Jones, autrice dello studio: “Il topo domestico porta in sé la firma genetica della storia umana”.
Soffrire il solletico, è sempre stata considerata una caratteristica tipicamente umana e dei primati. Il solletico provoca una divertente interazione fra genitori e figli ed aiuta i piccoli ad affinare le loro capacità di difendersi, quando giocano a farsi reciprocamente il solletico.
Gli etologi, di recente, hanno scoperto che anche i topi sono sensibili al solletico. Infatti se stimolati in alcune parti del corpo, i roditori emettono degli acuti stridii.
Questi urletti esprimono gioia, e li animali li emettono anche quando giocano nelle gabbie dei laboratori, oppure quando ricevono ricompense. Sono assimilabili alle risate degli uomini.
La sensibilità al solletico si è evoluta nei topi, probabilmente per la stessa ragione per cui è accaduto nelle scimmie. I topi sono animali giocherelloni e si divertono a baruffare fra di loro, emettendo simpatici gridolini.
Una scoperta del Columbia University Medical Center dà la speranza ai milioni di calvi di tutto il mondo, è stata pubblicata sulla rivista Science Advances. Infatti grazie alla scoperta casuale di due molecole, sperimentate sui topi, sembra che i capelli persi per sempre, possano ricrescere.
Le due molecole Ruxolitinib e Tofacitinib, che erano state sintetizzate per curare alcune malattie del sangue e l’artrite reumatoide, hanno dimostrato sui topi il prodigioso effetto collaterale, osservato dagli scienziati, di far ricrescere velocemente i bulbi piliferi.
La Rockefeller University di New York assieme alla Mount Sinai Medical School ha trovato una soluzione per vincere la dipendenza da nicotina.
In due regioni del cervello dei topi, gli scienziati hanno scoperto che modificando un gruppo di neuroni nei topi dipendenti dalla nicotina, si possono ridurre gli effetti della la dipendenza da nicotina sui roditori