Tutti conoscono molto bene lo stridulo squittire dei topi ma non è quello l’unico suono che emettono. Infatti durante il corteggiamento, i piccoli roditori si producono in una complessa serie di ultrasuoni, non udibili dall’orecchio umano, per far colpo sulla femmina prescelta.
Degli scienziati negli USA hanno scoperto, che anche i topi, come gli uomini, cantano quando sono innamorati.
Dustin Penn, un biologo dell’evoluzione, dell’Università di Vienna ha pubblicato una ricerca nel 2010 in cui ha descritto approfonditamente queste pratiche “canore” di corteggiamento dei topolini selvatici.
La parola italiana Topo deriva dalla corruzione del dialetto romagnolo del termine latino talpa, una voce generica che indicava tutti gli esponenti della famiglia dei Talpidi.
In greco, quello classico, il sostantivo Mus μῠς significa topo ma anche muscolo, perché già i Greci associarono l’idea del muscolo a quella dei movimenti guizzanti dell’animaletto. Questa traslazione fu ereditata dai Romani che chiamarono il topo Mus/Muris e col suo diminutivo, Mùsculus.
L’inglese Mouse conserva, un rapporto con il nome originario dell’antico sanscrito mușh che significava “prendere senza farsene accorgere”.
La parola Ratto invece deriva da rattus, che discende direttamente dal latino raptus, che significa furto, razzia (famoso il Ratto delle Sabine). Il francese, tedesco, arabo Rat, ricorda la parola onomatopeica rat, che si riferisce al rosicchiare del topo.
Il termine Sorcio, potrebbe derivare dal suono che l’animale produce nel rodere, oppure dal greco Soron σόρον , che significa putridume, da qui i sorex e soricem latini e surice dalettale dell’Italia meridionale